SS. Nome di Gesù ai Bassi

Andrea

Dopo il difficile momento vissuto da Andrea, la famiglia ha desiderato ringraziare chi si è unito a loro nella Speranza e nella preghiera… La Comunità ringrazia loro per questo esempio di forza nella Fede.


Carissime sorelle e carissimi fratelli,

nostro figlio Andrea, dopo l’emorragia cerebrale ed il successivo intervento neurochirurgico, dopo un mese è finalmente uscito dalla terapia intensiva e sub-intensiva, sancendo così che il pericolo per la sua vita che incombeva in modo pesante è stato superato.

Si potrebbe dire che la Madonna ha sciolto questo nodo. Tanti pensieri ci hanno attraversato e continuano a farlo… Ma a questo punto ci siamo arrivati!

E ciò grazie anche a voi, alla vostra vicinanza e, soprattutto, alle vostre preghiere. Abbiamo sentito (anche fisicamente, credeteci) le vostre preghiere salire al Signore come fossero profumo di incenso.

Per voi il nostro immenso ed affettuoso ringraziamento.

Vi confessiamo che non è stato facile e crediamo che continuerà ad essere un percorso molto impegnativo. Il Signore ci ha messi in un sentiero sconosciuto: polveroso, in salita e di cui, talvolta, non si intravede la meta. A noi non è rimasto altro da fare che percorrerlo, guardandoci intorno e scoprendo di giorno in giorno il panorama.

Da una parte, abbiamo visto tante sorelle e tanti fratelli, ma anche tanti amici che si considerano laici, che, pur non potendo condividere con noi il sentiero, si sono fatti prossimo rendendo sopportabile un peso che altrimenti non avremmo potuto sostenere. Ci avete aiutato a salire per una salita che altrimenti non saremmo stati in grado di fare.

Abbiamo visto la Chiesa, ci siamo sentiti Chiesa, siamo diventati Chiesa, rivivendo il miracolo delle nozze di Cana in cui la Chiesa, cogliendo la fragilità dei fratelli, si è fatta parte attiva dei bisogni e delle necessità e ha trasformato le angosce in distillato di Grazia.

Ma, dall’altro lato, abbiamo visto l’esistenza di altre strade, anche più scoscese della nostra, la cui meta è stata infausta: amici che hanno visto la scomparsa inspiegabile di figli e di compagni di vita. Non potevamo piangerci addosso quando altri non avevano più lacrime da versare. E quindi la domanda: perché proprio a noi tanta grazia?

Ci risuonavano in mente le parole lette su di un anonimo muro di Napoli da non si sa chi: “non dire a Dio quanto sono grandi i tuoi problemi, ma dici ai tuoi problemi quando è grande Dio”.

Credeteci, pregare mentre un figlio lotta per la vita: “Signore, se vuoi puoi guarire Andrea, ma sia fatta la Tua volontà”, non è stato facile e non lo sarà nel futuro, ma è stata una esperienza di fede che ci ha fatto crescere, e, senza presunzione, non ci ha fatto cadere nella superstizione e nell’egoismo della fede. Non avere più certezze, affidarsi completamente a Dio. Unica certezza rimasta.

Poi siamo anche scout: “sorridere e cantare…”, che non significa essere superficiali, ma avere la consapevolezza che lungo qualunque strada c’è Cristo accanto a noi e Cristo che ci ama, che qualunque cosa possa capitare è per il nostro bene. A prescindere, anche se incomprensibile e doloroso. Giobbe insegna.

Grazie dal profondo del cuore per aver fatto salvare Andrea e per averci aiutati a sopportare tutto ciò.

Andrea avrà davanti a sé lunghi mesi di riabilitazione e sarà come una nuova nascita. Ha già imparato a respirare, ma dovrà imparare nuovamente a bere, mangiare, parlare, muoversi, camminare, … E dopo ciò, rimettere in ordine la propria esistenza, come fanno gli adolescenti. Sarà una strada difficile, in cui le delusioni o la fatica non mancheranno…

È per questo motivo che vi chiediamo di ricordarlo ancora, ogni tanto, nelle vostre preghiere.

Non sappiano quanto il Signore voglia farlo tornare com’era prima: a noi piace pensare “TUTTO”. A noi il compito di aspettarlo, sostenerlo, accoglierlo. Per questo ci affidiamo al Signore perché in Lui confidiamo. Dio non lascia mai le cose fatte a metà.

Ci sono ancora altri nodi da sciogliere. Non solo per Andrea.

Grazie

Firenze 9 luglio 2020

                                                 Teresa e Michele
                                                 con Marco, Francesco e Arianna

 

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